Laura Sacchini....blog: l'Amore prima di tutto!

Scrivere per emozionarsi, per condividere, per raccontare un pò di sé anche a te, sconosciuto che, attraversi questi fogli..

Vivo scrivendo...scrivo vivendo.
Qui c'è molto di quello che imparo ogni giorno.
Laura Sacchini

Coach del Benessere in Herbalife Nutrition
Formazione e Vendita Integratori Naturali

domenica 14 settembre 2014

Maturità è accettare le cose che non comprendi:



L’ultima volta ero Goffredo Bellini, falegname e violinista a tempo perso. Ho avuto una moglie, quattro figli, undici nipoti e un grande amore che mi ha attraversato la vita per tua nonna, la figlia della fioraia.  
Nell’andarmene restituii a tua nonna la sua libertà. Quando ritornai al paese, un anno intero era trascorso e Gioconda si era fidanzata con tuo nonno.
Non pensare a una scelta opportunista. Lei lo amava profondamente, come si ama l’approdo in un porto sicuro e anche molto gradevole. Il sentimento che la univa a me era diverso: irresistibile e non soggetto alle convenzioni, fluttuava in un luogo insondabile, probabilmente ideale. Non le chiesi mai di scappare insieme. Avevo paura di un rifiuto o forse del suo contrario. Come ti ho spiegato, non esiste un unico tipo di amore. Ci sono storie che nascono per lasciare segni concreti del loro passaggio e altre che servono solo a fare vibrare le corde dei sogni. Promesse destinate a realizzarsi in un altrove a cui tutti aneliamo di giungere, nonostante il mistero che circonda il viaggio, alimenti le nostre paure.
Nella sua equanimità, la vita mi aiutò a dimenticare e poi congiurò a farmi ricordare tutto daccapo. Chi non ha in qualche ripostiglio del cuore un cassetto chiuso a chiave, nel quale conserva un grande amore a cui attingere nei momenti di abbandono per sentirsi un po’ peggio, ma in fondo migliore? 
Le passioni incompiute si conservano giovani.
Riapparve assieme alla pace per riportare lo scompiglio nei percorsi preordinati del mio cuore. Ci furono lettere e ci furono canzoni.
Erano incontri furtivi ma, ti assicuro, assolutamente casti. Ci sentivamo sovrastati dalle responsabilità del sentimento profondo che ci legava ai nostri coniugi.  
Poi si mise di mezzo la musica. Gioconda desiderava sentirmi suonare il violino e io mi esibivo ormai soltanto per lei. Fu la suggestione delle note di Mozart ad abbattere le difese: per la prima e ultima volta facemmo l’amore.  
Credo di esserlo diventato quel giorno, un angelo. Nell’abbraccio di tua nonna avevo incontrato l’eternità e decidemmo insieme di aspettarne l’avvento. La vita ci aveva fatto capire in ogni modo che non eravamo destinati ad abitarla insieme. E la maturità, invero sovrumana, di un essere umano consiste nell’accettare le cose che non comprende. E’ sempre tutto e giusto perfetto, ricordi? 
Le consegnai il mio violino come pegno di una promessa che ero sicuro di mantenere.
Da quel giorno non ho più preso in mano uno strumento, se non nei concerti della memoria: erano sempre dedicati a lei. 

Massimo Gramellini
Scrittore


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