Puoi decidere di non imparare mai. Di
avvolgere le tue ansie in un salvagente che ti permetta di stare a galla tra le
onde, a prezzo della libertà. Conosco persone che hanno fatto quella scelta e si
difendono dalle emozioni semplicemente imponendosi di non provarne più.
Conducono esistenze impeccabili e rattrappite. Sono infelici perché irrisolte. Tuffarsi
è pericoloso. Ma è più avvilente rimanere perennemente sul bordo della vasca
per commentare la temperatura dell’acqua, in ricordo di un’antica scottatura. Ci
vuole un atto di cuore e puoi compierlo soltanto tu. Immagina di avere una
corda interiore che vibra a contatto con ogni emozione. La delusione subìta ti
ha indotto a staccare quella corda per non soffrire. Poi però hai fatto la
scoperta in cui prima o poi si imbattono tutti: che la corda è una sola. Se la
stacchi per paura di soffrire, non riuscirai più nemmeno a godere. È questo l’atto
di coraggio che ogni persona offesa dalla vita è chiamata a compiere nel
profondo del suo cuore. Riattaccare la corda. Essere disposta ad accogliere i
fantasmi del rifiuto, dell’abbandono e della sconfitta pur di riavere la
possibilità di frequentare le passioni. Chi rinuncia a riattaccare la corda
passa sopra la vita senza sussulti e muore senza che la vita gli sia servita a
niente. Chi invece la riattacca si consegna alle montagne russe delle emozioni
e alle maree dei sentimenti. Perde, vince, piange, ride, soffre, ama. Vive.
Massimo Gramellini
Giornalista e Scittore
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